Offrire un'alternativa alle sigarette tradizionali e migliorare quindi la vita di oltre un miliardo di fumatori incalliti: è l'obiettivo di Juul, il dispositivo elettronico lanciato in Italia questa mattina dai due startupper Adam Bowen e James Monsess, fondatori di Juul Labs.
Da fumatori di "oltre un pacchetto di sigarette al giorno", i due
ancora studenti di Product Design alla Stanford University, nel 2015
hanno ideato il dispositivo elettronico Juul: un vaporizzatore, a
sistema chiuso, in cui il 97% degli ingredienti è di qualità
farmaceutica e il restante 3% alimentare, come chiarito nella scheda
tecnica del prodotto.
Rispetto alle altre sigarette "è differente
perché abbiamo sviluppato una tecnologia e un'elettronica unica, oltre
che un nuovo tipo di design", ha spiegato Bowen. Negli Stati Uniti,
secondo una ricerca del Center for Substance, il 64,8% di un campione di
quasi 20mila fumatori che hanno utilizzato Juul hanno poi dichiarato di
aver smesso di fumare sigarette tradizionali.
Uno studio del Public
Health England ha chiarito che l'utilizzo di sigarette elettroniche è
del 95% meno nocivo e dannoso rispetto a quelle tradizionali. Allo
stesso tempo una ricerca condotta da Euromedia Research su un campione
di 4mila fumatori adulti over 25 ha dimostrato che il 95,3% ha
consapevolezza dei danni causati dal fumo e che il 61,8% sarebbe
disposto a provare una alternativa al tabacco.
"Abbiamo osservato
che nel mercato italiano ci sono molti fumatori che desiderano smettere -
ha spiegato Bowen - ma troppi pochi che ci riescono perché non hanno a
disposizione alternative efficaci. Con Juul riusciranno a beneficiare di
una vera alternativa a lasciare le sigarette tradizionali". "Il fumo
delle sigarette tradizionali è la prima causa di morte prevenibile al
mondo - ha aggiunto il socio Monsees -, essendo stati noi fumatori
cercavamo un prodotto che fosse diverso da una sigaretta".
Presente come ospite della conferenza per commentare i dati di Euromedia Research, il prof. Riccardo Polosa - docente all'Università di Catania e Direttore del Centro di Ricerca per la riduzione del danno da fumo (CoHEAR) - ha così commentato: "Dalla ricerca emerge una grande consapevolezza e poi un rifiuto ancora ad esplorare prodotti a basso rischio. Il fumatore è affezionato ad un prodotto di cui conosce il danno e nonostante questo non è interessato a cambiare abitudini. Su questo bisogna lavorare per spostare l' equilibrio dal tabagismo e vapagismo. È importante lavorare sul messaggio che i prodotti a basso rischio sono vantaggiosi sia per gli utilizzatori che per la società: ad esempio non si potrebbe parlare di fumo passivo", ha spiegato.
"Importante è inoltre la semplicità d'uso del dispositivo, perché
molti sono efficaci ma richiedono anche un know how e una vicinanza alla
tecnologia che i fumatori non amano". A livello di evidenze
scientifiche e cliniche, inoltre, "alcuni nostri studi hanno dimostrato
che nei soggetti affetti da asma bronchiale e bronchite cronica
ostruttiva è possibile ridurre il rischio ad esempio di ricadute
infettive fino al 50%", ha concluso Polosa.
In Italia i fumatori
sono 12,2 milioni e il fumo è la "prima causa di morte nel nostro paese
con circa 70-80mila decessi per questa motivo - ha spiegato a margine
dell'evento Cristina Santucci, direttore generale di Juul Labs Italia -;
nel 2018 i fumatori sono aumentati del 4% e questo dà il senso di
urgenza alla nostra missione. Crediamo di poter offrire questa
alternativa e immaginiamo un futuro con meno sigarette", ha concluso
Santucci.
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JUUL è un dispositivo che utilizza un un sistema intelligente di riscaldamento per creare un aerosol studiato per evitare la combustione.
JUUL è un dispositivo che funziona con i Juul pods, apposite cartucce non ricaricabili.
JUUL si ricarica dalla porta USB.